The verde e caffè: fanno bene?

Pubblicato il 8 aprile 2020 alle ore 12:09

Nell’ultimo articolo ho fatto riferimento a come il the verde e il caffè possano rientrare in quei composti che ricoprono un ruolo protettivo sulle patologie cardiovascolari.

Se volete scoprire gli altri, beh… andate a leggere l’articolo.

Il cosa, il come e il perchè queste due bevande presentino tali proprietà sta nel loro corredo di metaboliti secondari che il vegatale produce nel corso della sua vita. Questi metaboliti vengono definiti secondari perché non sono deputati al sostenimento energetico della vita delle piante, bensì sono utili come meccanismi di protezione da attacchi di insetti e/o vari parassiti.

Sicuramente starete pensando “ ma quali sono questi metaboliti secondari?”. La risposta alla domanda sarebbe “ avete presente quando dicono che un alimento ( vegetale ) fa bene perché contiene svariati composti fenolici utili per la loro funzione antiossidante? Bene, ecco cosa sono i metaboliti secondari. “

I composti fenolici maggiormente presenti nelle foglie del the verde sono l’epigallacatechin-3-gallato (EGCG) , l’epigallocatechin ( EGC ), l’epicatechin-3- gallato ( ECG ); quello più presente è l’EGCG  si stima che delle catechine sopracitate esso comprenda dal 50 al 70%. Con l’infusione ( processo di estrazione solido/liquido che utilizza il calore come catalizzatore ) si possono ricavare dai 100 ai 120 mg su 100 ml di EGCG, rendendo così questa bevanda la fonte alimentare da cui si ricava il maggior numero di catechine in diversi paesi del mondo.

Tra i composti fenolici di spicco nel caffè – specialmente nei semi del caffè verde -, troviamo l’acido clorogenico   ( CGA ) e alcuni suoi derivati metabolici. La presenza e il quantitativo di CGA all’interno della bevanda dipenderà da molte cose: tipologia di caffè utilizzato ( tipo di pianta ) , tipologia di preparato utilizzato ( caffe macinato con o senza caffeina, caffè istantaneo con o senza caffeina) , rapporto tra acqua e caffè, la temperatura.  Insomma, pressocché una miriade di fattori che potrebbero far uscire pazzo anche Sherlock. Comunque, si è arrivati alla conclusione che il quantitativo stimato in una tazza da 200 ml possa cadere in un range che va tra i 70 ai 200 mg.

Dopo aver dato risposta alla domanda “ cosa” ( fa bene ) , arrivano le risposte alle altre domanda.

Come agiscono questi componenti?

I composti fenolici, in linea generale, presentano una spiccata attività di scavengers contro le specie e i prodotti del metabolismo come i ROS.  Chi sono questi ROS? Ovviamente non parlo di uno dei protagonisti di FRIENDS, il cui nome è scritto “ROSS” , certo, ma vi è una similarità fonica.

L’acronimo ROS sta per radical oxygen spieces, nonché i famosi radicali liberi, quelli implicati nell’invecchiamento, nell’azione pro ossidante e di tante altre cascate negative che possono avvenire nel nostro corpo tanto da alternarne le funzioni fisiologiche.

Per onestà intellettuale mi sento di dire e precisare che la maggior parte dei composti fenolici presenta una bassa biodisponibilità, ma che allo stesso tempo gli alimenti che contengono tali derivati metabolici presentano tanto, tantissimo altro di cui farne tesoro; noi vediamo l’alimento vegetale per così come ci appare, ma al suo interno sono presenti una miriade di composti che in sinergia apportano benefici con meccanismi di azione a dir poco incredibili e unici – motivo per cui il più delle volte un’integrazione con tali agenti risulta spesso inefficace, perché impossibile replicare l’assetto chimico di molecole presenti in un  alimento.

L’interazione più promettente che presentano i polifenoli sopracitati –  in relazione alle patologie cardiovascolari –  , in particolare l’EGCG,  sarebbe l’azione antiossidante che esplicherebbero a favore delle liproproteine LDL – ciò che la gente chiama colesterolo “cattivo” -, proteggendo queste dalla ossidazione e della successiva formazione della specie ossidata ( LDL ossidate ), nonché quelle implicate nell’eziologia dell’aterosclerosi. Da alcuni studi ( per lo più in vitro) è emerso che l’EGCG sia più efficace della vitamina C e della vitamina E nel proteggere le LDL dall’ossidazione.

Per quanto riguarda il CGA, in uno studio clinico fatto su umani e animali si è notato una leggera riduzione della pressione arteriosa dopo l’ingestione di un estratto di caffè verde ad alta concentrazione di acido clorogenico. Pare scontato dire che tale risposta dipenderà principalmente dalla presenza di questo composto fenolico  dal momento che è noto come la caffeina , di contro , possa essere un’agente pro-ipertensivo in persone ipertese.

Nella review sistematica che mi ha portato a scrivere questo articolo di approfondimento su questi due composti – nel paragrafo a loro riservato –  si fa riferimento a come “ una tazza di caffè al giorno abbia mostrato una minore probabilità di morire per qualsiasi patologia CV e che 1-3 tazze al giorno di the verde abbiano portato a una minore probabilità di morire di ictus”.

C’è sempre un però che vale la pena aggiungere quando si parla di alimenti: qualcosa che si reputi faccia bene, in grosse quantità, fa male tanto quanto una sua carenza. E’ tutto dose dipendente..

Avere una visione assolutistica, o bianca o nera,  della nutrizione o di un alimento in particolare, non è mai una cosa che porta ad avere comportamenti salutari, anzi porta a problemi non solo di carattere fisico ma anche di carattere psicologico – dovete stare il più lontano possibile dai fanatici di un nutriente , o di un intervento dietetico in particolare. Questa è una cosa che non smetterò mai di scrivere.

Dopo aver capito cosa, come e perché, ora resta a voi farmi sapere quanti caffè o quante tazza di the consumate durante la vostra giornata. Così, giusto per farmi i fatti vostri.

 

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